Piano attività di bonifica 2025: “19 milioni di euro tornano al territorio”
Il documento è ora al vaglio della giunta regionale per l’approvazione di competenza. Il presidente Ismaele Ridolfi: “Risorse versate dai consorziati che si trasformano in opere di riduzione del rischio e una buona parte sarà data in appalto agli agricoltori, Custodi del Territorio”
Ci sono circa 19 milioni di euro a disposizione del Consorzio di Bonifica Toscana Nord per le attività di progettazione, presidio, vigilanza e manutenzione ordinaria del reticolo idraulico in gestione sulle province di Massa Carrara, Lucca e per alcuni comuni di Pisa e Pistoia. Si tratta del Piano delle attività di bonifica 2025 che mette in fila e dettaglia tutti gli interventi che saranno eseguiti nel corso del prossimo anno, chilometro dopo chilometro, impianto per impianto. Somme che derivano dal contributo di bonifica versato ogni anno dai consorziati e che torna quindi al territorio in forma di riduzione del rischio idraulico e tutela dell’ambiente. Un documento che è stato trasmesso alla Regione Toscana per l’approvazione di competenza.
Si tratta di un territorio vasto, bello quanto complesso – ricorda il presidente Ismaele Ridolfi -, con un reticolo di gestione dei corsi d’acqua che supera i 7.800 chilometri distribuiti su oltre 300mila ettari e molti sono canali a carattere torrentizio dove la riduzione del rischio idraulico e la corretta manutenzione diventano elementi essenziali per affrontare l’emergenza climatica in atto che, come dimostra proprio in questi giorni, mette a dura prova i territori con piogge torrenziali che arrivano dopo un lunghissimo periodi di siccità estiva. Inoltre, ci sono aree della costa che possono rimanere all’asciutto e consentire ogni attività umana solo grazie alla presenza degli impianti idrovori, di cui molti restano in funzione tutto l’anno, che hanno bisogno di essere gestiti e mantenuti. Pensiamo al Lago di Massaciuccoli, il cui livello viene mantenuto costante grazie alle imponenti idrovore della Bufalina solo per citare le principali. Ci sono poi molteplici e diverse opere, poi, come briglie, dighe o sbarramenti, che richiedono un’attenta programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e talvolta straordinaria”.
Il Piano delle attività di bonifica, suddiviso per quelle che sono chiamate unità operative, ossia Versilia, Massa Carrara Lunigiana, Valle del Serchio, Pianura Lucchese e del Bientina, indica quali sono i corsi d’acqua con le relative ‘carte di identità’ del rischio e della manutenzione, andando a prevedere una corretta suddivisione delle opere e pulizia, in sintonia con la tutela dell’ambiente grazie alle attività di ‘manutenzione gentile’ che lasciano una fascia di vegetazione ripariale lungo l’alveo per salvaguardare la biodiversità. E’ inoltre un Piano che restituisce al territorio e ne aiuta le economie agricole, come ricorda il presidente Ridolfi:
Rispetto a una spesa complessiva che solo per i corsi d’acqua supera 15,3 milioni di euro, i lavori in amministrazione diretta sono attorno a 4,2 milioni e il resto prevede l’affidamento in appalto e di questi ultimi massimo fino al 70% circa viene affidato a imprese e cooperative agricole, i Custodi del Territorio, che conoscono bene i corsi d’acqua e i luoghi in cui vivono e lavorano e che hanno tutto l’interesse a tenerli puliti e sicuri”. Altre opere che rientrano in questa manutenzione sono la rimozione di ostacoli al deflusso, la ripresa di scoscendimenti arginali o spondali e lotta alle specie aliene, primo fra tutti il Myriophyllum acquaticum. Per le aree montane – conclude il presidente – sarà attivato un monitoraggio attivo sia mediante imprenditori agricoli presenti sul territorio, sia mediante l’uso di un drone per il monitoraggio delle zone particolarmente impervie e non facilmente accessibili del reticolo montano. Anche per il 2025, in particolare per Massa Carrara e Versilia saranno poste in campo tutte le attività necessarie per ridurre il rischio del trasporto, verso il mare durante la stagione balneare, del materiale di manutenzione a seguito delle operazioni di manutenzione ordinaria”.
Altri 3 milioni di euro circa sono destinati poi alle attività di esercizio e vigilanza sulle opere di bonifica come ad esempio gli impianti idrovori, le paratoie.