“Lavarone”, il confronto tra Consorzio, Comune di Massa e balneari dà il via ad una road map condivisa

Esportare il “modello Massa” (dove l’Amministrazione comunale mette a disposizione gli scarrabili ai bordi degli alvei dei fiumi, in cui l’Ente consortile stocca il materiale vegetale degli sfalci, che poi verranno cenisti a seconda della natura e successivamente portati a  smaltimento) in tutte le aree del comprensorio. Potenziare le convenzioni del Consorzio con le associazioni di volontariato del territorio (l’iniziativa si chiama “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo”), prevedendo piccoli rimborsi spesa per quelle che raccolgono periodicamente, lungo i corsi d’acqua, i rifiuti che pochi ma non per questo meno dannosi incivili gettano nei rii. Chiedere alla Regione un ulteriore impegno, anche attraverso lo stanziamento di risorse apposite, per collaborare alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti spiaggiati che saranno suddivisi dai gestori degli stabilimenti a seconda della natura (lavarone da una parte, sfalci e potature da un altra) per quantificare l’incidenza di un fenomeno che ripresentandosi ogni anno crea attriti tra le istituzioni in gioco (aziende di raccolta comuni consorzio di bonifca e operatori turistico balneari). La proposta del Comune di Massa è chiara: suddividere il rifiuto che una volta raccolto dalle società operative locali verrà pesato e classificato per derivazione merceologica e conferito a smaltimento negli impianti dell’ambito.

            Sono i principali punti della “road map” che è emersa dal confronto tra Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, Comune di Massa e rappresentanti delle associazioni dei balneari. L’incontro si è tenuto a Villa Cuturi, a Marina di Massa, in un contorno che ha avuto anche qualche passaggio aspro, ma che comunque ha mantenuto sempre toni rispettosi e orientati all’individuazione di proposte risolutive del problema. Per il Consorzio erano presenti il presidente Ismaele Ridolfi, il direttore Nicola Ghimenti e il dirigente amministrativo Maurizio Rocchi; per il Comune, l’assessore all’ambiente Veronica Ravagli, l’assessore al bilancio Perlio Baratta e il delegato di costa Alessandro Amorese. Insieme, le parti hanno convenuto di proporre, alla prossima assemblea consortile (dove siedono sia i rappresentanti eletti dai consorziati, sia i rappresentanti dei Comuni del comprensorio), un ordine del giorno, coi punti concordati.

            “Ringrazio balneari e Amministrazione comunale di Massa per questo confronto, che ha segnato probabilmente qualche divergenza d’opinione, ma ha rappresentato sicuramente l’avvio di un percorso, che tutti vogliamo ancora più all’insegna della collaborazione– sottolinea il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – Da parte nostra, capiamo perfettamente le difficoltà che i balneari, come tutte gli esercenti economici, stanno vivendo in questa fase di crisi dovuta al Covid. Anche per questo, il Consorzio ribadisce, come ha sempre fatto, la sua piena disponibilità a collaborare, in tutti i modi e le forme possibili. La sinergia, però, deve essere nella verità e nella correttezza. Sul tema del lavarone, è impensabile imputare all’Ente consortile responsabilità, che in realtà non ha. Ricordiamo ancora una volta che gli sgrigliatori degli impianti idrovori da noi gestiti raccolgono, ogni anno, ben 13mila quintali di rifiuti e residui di ogni tipo: tutto materiale che, in questo modo, evitiamo che finisca in mare. Ciò significa che, insieme, non possiamo fare ancora di più e di meglio? Affatto. E oggi abbiamo gettato le basi per una sinergia ancora più stretta”.

“Concordo con il presidente Ridolfi sul fatto che sono con una collaborazione concreta ed un intento comune si riesca a risolvere l’annoso problema del lavarone che lambisce in quantità sempre più ingenti le nostre spiagge, creando disagi importanti a tutta la filiera turistica ma non solo, perchè ad oggi è il comune che si occupa attraverso Asmiu e con i proprio soldi a smaltire questo materiale con costi esorbitanti. Il rifiuto spiaggiato ha una triplice natura: una parte è marina, una arriva dalla trascinamento dei detriti dai torrenti durante le forti piogge ed un altra proviene dal lavoro di sfalcio e potatura del consorzio di bonifica, non sto qua a disquisire quali siano le percentuali ma è importante rendersi conto che non è solo un problema “massese” ma che coinvolge tutta la nostra provincia e sconfina fino a quella adiacente di Lucca. Pertanto siamo contenti e ringraziamo il Consorzio di bonifica che ha proposto una rinnovata collaborazione anche con delle nuove tecniche di taglio e rimozione dei residui di sfalcio ed inoltre chiederemo alla prossima assemblea che si faccia proponente presso la Regione affinché stanzi un contributo economico per sussistere tutti i comuni colpiti da questo fenomeno di eccezionale aumento del lavarone nel suo smaltimento. Non possiamo e non dobbiamo essere abbandonati dagli enti superiori al nostro”.