Si cerca la collaborazione dell’Unione europea, richiesti tre milioni di euro per salvare il lago di Massaciuccoli: anche i canali limitrofi entrano nel sistema di fitodepurazione

Il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, il Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-alimentari dell’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna, assieme a numerosi altri soggetti del territorio, si appellano all’Unione europea per risolvere i problemi del lago del Massaciuccoli: sia la sua eutrofizzazione (col conseguente proliferare di alghe, a danno della flora e fauna esistenti), sia il fenomeno della subsidenza nella zona della bonifica.
Consorzio e realtà universitarie sono infatti tra i protagonisti del progetto Life denominato “Integrated Restoration model for the Massaciuccoli Lake catchment – LIFE INTEREST”: un piano di lavoro che vede coinvolti anche l’Autorità di Bacino del Fiume Serchio, l’Ente Parco San Rossore, Migliarino e Massaciuccoli e la West Sistem srl. In programma ci sono una serie di azioni e attività, per un investimento totale che sfiora i tre milioni di euro; in questo quadro, il Consorzio si è attivato con un suo importante cofinanziamento, che è risultato indispensabile per attivare la richiesta di fondi nei confronti dell’Unione europea e che consentirà all’Ente consortile di realizzare direttamente opere di bonifica (aggiuntive a quelle già previste dalla sua attività istituzionale) per circa 500mila euro. L’obiettivo è di potenziare ulteriormente quella che già oggi è l’area di fitodepurazione più grande del nostro Paese, agendo anche sulla rete dei canali limitrofa al Lago. Lago del Massaciuccoli dall'alto
“La partecipazione congiunta degli atenei pisani al gruppo di lavoro che ha presentato all’Unione europea un progetto LIFE finalizzato al recupero del lago di Massaciuccoli e delle aree contermini, testimonia del forte interesse scientifico che caratterizza il tema affrontato – spiegano Nicola Silvestri dell’Università di Pisa ed Enrico Bonari della Scuola Superiore Sant’Anna – D’altra parte il coinvolgimento delle tre amministrazioni (Autorità di Bacino, Consorzio di Bonifica e Parco Naturale), che rivestono le maggiori responsabilità in merito alla salvaguardia ambientale e alla tutela del sistema idrico, sottolinea l’urgenza che il recupero di questo ecosistema riveste per le comunità locali. La volontà di pervenire ad una inversione di tendenza a carico dei processi degradavi (eutrofizzazione, subsidenza, perdita di biodiversità) che affliggono questa area rappresenta la motivazione che deve unire tutti i portatori di interesse convolti, e coinvolgibili, in questa difficile operazione”.
“Insieme ad alcuni partner competenti e prestigiosi – prosegue il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – abbiamo messo a punto una serie integrata di interventi, diversificati per tipologia ed area di realizzazione, al fine di concorrere ad una risoluzione non transitoria dei problemi del comprensorio dei Bacini di Bonifica di Vecchiano e Massaciuccoli, e corrispondentemente la risoluzione degli annosi problemi del lago. Dal mese di luglio, il gruppo di lavoro si è incontrato più volte, definendo le azioni che spettano a ciascun soggetto. E anche il Consorzio, in questo piano generale, coordinato ed ambizioso, non mancherà di fare la sua parte”.
Sono molteplici gli ambiti di impegno, che vedranno protagonista proprio l’Ente consortile, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente il sistema di fitodepurazione del Lago.
Grazie a un finanziamento già arrivato dalla Regione Toscana, verrà intanto ampliato dagli attuali 15 ettari ai circa 55 futuri, l’area di fitodepurazione già esistente (dal 2013) in località San Niccolò: tale area tratterà il deflusso di base del Bacino di Bonifica di Vecchiano (oggi totalmente afferente all’impianto idrovoro di Vecchiano), uno dei principali contributi idraulici del lago del Massaciuccoli, che tramite il canale Burlamacca defluisce verso il mare. Con le risorse dell’Unione europea, l’Ente consortile si occuperà di ampliare alcune canalizzazioni presenti in zona, al fine di favorire lo sviluppo della cannella di padule: una pianta che gli studi hanno dimostrato essere un efficace mezzo per immobilizzare i fosfati disciolti in acqua che, da tempo, rappresentano una delle minacce più gravi per il lago. In questo modo, anche i canali potranno entrare a far parte attivamente del sistema di fitodepurazione. Inoltre, il Consorzio conta poi di coordinare la realizzazione (anche da parte di soggetti privati) di piccole aree palustri, con lo scopo di ridurre i carichi di sedimenti e nutrienti recapitati al lago.