Emergenza alluvione in Emilia Romagna: il nostro aiuto ai territori colpiti

Inviata una motopompa a supporto del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo. Il presidente Ismaele Ridolfi: “Sono gli effetti evidenti dei cambiamenti climatici. La priorità del Governo non può essere contrastare il Green Deal dell’Europa ma destinare ingenti risorse alla difesa del suolo”

 

Il Consorzio di Bonifica Toscana Nord torna a dare una mano alle popolazioni alluvionate: una squadra di tecnici e operai dell’ente è partita nella mattina del 22 ottobre in direzione di Parma. Trasportano una motopompa che sarà essenziale nelle operazioni di bonifica delle zone alluvionate in Emilia Romagna e ripristinare le condizioni di normalità nel più breve tempo possibile, in risposta alla richiesta di aiuto arrivata dal Consorzio Cer – Canale Emiliano Romagnolo.
Neppure un mese fa abbiamo lanciato l’ennesimo allarme sull’emergenza climatica, commentando le prime alluvioni autunnali in atto e oggi ci troviamo di fronte a una situazione disastrosa che coinvolge ampi territori dal nord al sud Italia – commenta il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi -. L’Emilia Romagna, alla quarta alluvione in due anni, ma anche la Toscana centrale, le Marche, la Sicilia e altri fenomeni estremi che hanno provocato danni e paura in Calabria e Liguria. Non si può negare l’evidenza, non sono casi isolati e non sono più fenomeni rari. Lo diciamo di nuovo ad alta voce: questi sono gli effetti dell’emergenza climatica che non può essere affrontata con la mentalità del passato. Bisogna agire tutti, e insieme, per affrontare questi scenari, prevederli e limitarli, invertire la rotta il prima possibile. Lo diciamo ancora una volta in maniera chiara al Governo, che sembra ostinarsi a contrastare e osteggiare le politiche del green deal varato dall’Unione Europea: ideologia è continuare a negare il cambiamento climatico dovuto alle attività dell’uomo. Invece di sprecare enormi quantità di risorse per opere che cementificano e modificano ancora l’ambiente, come il Ponte sullo Stretto, si vari una manovra finanziaria imponente con fondi ingenti destinati alla difesa del suolo, a mettere in sicurezza i corsi d’acqua, per togliere il cemento dove si può e rinaturalizzare l’ambiente che abbiamo violentato per decenni”.

 

La motopompa inviata dal Consorzio di Bonifica ha una portata massima di 200 litri al secondo e sarà fornita al Consorzio Cer con tutte le attrezzature necessarie all’esecuzione delle operazioni di bonifica.
Nel seguente breve video la zona alluvionata dove è stata inviata la motopompa del Consorzio  di Bonifica Toscana Nord

 

 

Oggi affrontiamo un’altra emergenza, nel nostro piccolo diamo un contributo alla popolazione dell’Emilia Romagna ma già da domani bisogna lavorare per evitare che possa accadere ancora  – prosegue Ridolfi -. Prendiamo il recente report climatico dell’estate 2024 elaborato dal Consorzio Lamma: evidenzia una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno, l’emergenza climatica in atto con cui ci dobbiamo confrontare, oggi e per il futuro.  In Toscana è stata la terza estate più calda degli ultimi 70 anni: l’anomalia registrata e confermata dai dati è di +1.8 °C, rispetto al periodo 1991-2020. Più calde sono state soltanto le estati del 2003 e del 2022 (rispettivamente con anomalie di +3.4 °C, +2.3 °C).  Ad un giugno con temperature in linea alla media del periodo, che significa essere al quindicesimo posto tra i più caldi, è seguito il quarto luglio più caldo (+2.3 °C) ed il secondo mese agosto più caldo (+2.9 °C) dal 1955. Purtroppo, i numeri hanno la testa dura e per quanto si provino a dare letture diverse dalla realtà, è innegabile che ci troviamo di fronte a un’emergenza globale con terribili riflessi anche a livello locale – conclude Ridolfi -. Se vogliamo invertire la rotta ed evitare un disastro climatico, tutti, nel nostro piccolo, dobbiamo ridurre le emissioni climalteranti, utilizzare e produrre energia da fonti alternative, attuare pratiche di forestazione urbana e recupero degli spazi verdi. Basta pensare che la quantità d’acqua che ‘ristagna’ sopra un suolo naturale, quindi sano e drenante, è all’incirca sei o sette volte meno di quella in un’area urbanizzata. E’ quindi evidente che il consumo di suolo amplifica gli effetti di piogge sempre più concentrate e pericolose”.